Nella terra del Roero che si trova alla sinistra del fiume Tanaro il vitigno Nebbiolo, già noto con le esclusive declinazioni Barbaresco e Barolo, diventa una pura espressione e specchio gustoso del territorio in cui nasce. Le uve del Nebbiolo maturano in un contesto e scenario ricercato ed elegante, accompagnato da un’agricoltura e da tradizioni agricole diverse rispetto a quelle segnate dalle influenze più nobili e sabaude avute nell’altra sponda del fiume. La particolarità che caratterizza questa DOGC è da ricercare nel terreno magro e ricco di sabbia tra alte colline e saliscendi in cui la vite trova un’ottima esposizione alla luce del sole e calore migliore.
La zona adibita alla produzione di questo vino comprende l’intero territorio del comune di Canale, Corneliano d’Alba, Piobesi d’Alba, Vezza d’Alba e in parte quello dei comuni di Baldissero d’Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Pocapaglia, Priocca, S. Vittoria d’Alba, S. Stefano Roero e Sommariva Perno. Tale denominazione prevede le tipologie Roero e Roero Riserva, prodotte con uve Nebbiolo dal 95% al 98% e con uve bianche Arneis dal 2% al 5%.
Il nome Roero trae le sue origini dalla famiglia nobile astigiana dei conti Roero che, a partire dal tardo medioevo fino al Settecento, dominarono queste colline caratterizzate da castagneti, noccioleti e frutteti.
Il paesaggio vinicolo del Roero è impreziosito da due elementi particolarmente distintivi: le “Rocche” e i “Ciabot”. Questi ultimi, spartane architetture in legno, che un tempo servivano come luogo di riposo durante le vendemmie e di stoccaggio degli strumenti di lavoro impiegati in vigna, sono il marchio del vero animo contadino e alcuni produttori le utilizzano ancora oggi per ospitare, dopo una breve escursione tra le vigne, i turisti e i curiosi.
Le Rocche sono invece il risultato dell’erosione del terreno che ha cambiato il corso del fiume Tanaro: questi depositi di origine eolica e fluviale, con presenza di terre rosse argillo-sabbiose, arredano il Roero per circa 12 Km, offrendo angoli di splendida e rara bellezza agli amanti del trekking. La leggenda vuole che le Rocche siano state scavate da Belzebù tutto d’un fiato “in una sola notte infernale”: questo spiegherebbe come mai lo scenario che ne scaturisce rende difficile l’orientamento.
La nascita della DOC Roero è avvenuta nel 1985, mentre risale al 23 marzo 2006 il conferimento della DOCG.
Il Roero DOCG può considerarsi come la versione morbida e setosa della DOC Nebbiolo d’Alba. Ciò che contraddistingue questo vino che accresce il numero delle eccellenze del Piemonte è l’eleganza dei suoi vellutati tannini, accompagnati dai dolci profumi di lampone e ribes nero. Il terroir qui è il vero architetto che costruisce sin dalla nascita l’evoluzione e la maturazione degli acini dalla base fresca e delicata che, evolvendosi, donano un colore rosso rubino acceso e sempre vivace, con i suoi riflessi granati guadagnati nel tempo.
Al naso spicca la frutta a bacca rossa, la ciliegia marasca e la mora, insieme a viola, liquirizia e noce moscata, sfociando in un persistente corpo caldo e speziato potente ed elegante al contempo.
Il Roero è un vino rosso che può accompagnare tutte le portate di un pasto. Si accosta brillantemente a risotti e primi a base di carne, fonduta, raclette e carni bianche, mentre la versione riserva è sicuramente più adatta ad arrosti e selvaggina.