Il Roero Arneis DOCG nasce dalle uve nell’omonimo vitigno, oggi presente nei comuni della Provincia di Cuneo alla sinistra del fiume Tanaro, che, secondo il mito, fu incaricato da Persefone, Dea della natura, di dividere la zona del Roero da quella delle Langhe. L’elemento chiave che contraddistingue quest’area è il terreno sabbioso, tant’è che è di uso comune dire che i vini qui: “sono fatti in spiaggia”.
I comuni preposti alla produzione dell’Arneis sono: Canale, Corneliano d’Alba, Piobesi d’Alba, Vezza d’Alba, Baldissero d’Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Pocapaglia, Priocca, S. Vittoria d’Alba, S. Stefano Roero e Sommariva Perno. Le menzioni previste dal disciplinare sono Roero Arneis e Roero Arneis spumante, con l’utilizzo di uve Arneis al 100% e la produzione massima di 7.000 litri per ettaro.
Arneis in Piemontese sta a indicare un personaggio birichino, in quanto la leggenda lo vuole di difficile lavorazione. In passato questo vino fu protagonista dei primi esperimenti di vinificazione del vermut e, durante le crisi delle guerre mondiali, fu impiantato tra i filari di Nebbiolo per tener lontani gli uccelli e preservare in questo modo le uve nere dai sabaudi condizionamenti.
La nascita della DOC risale al 31 gennaio 1989 mentre la DOCG fu concessa nel più recente 7 dicembre 2004, forte dell’evoluzione del consumo di questo vino, richiesto dal mercato in maniera crescente negli ultimi dieci anni.
I terreni soffici ed estremamente permeabili del Roero creano una base di strati sabbiosi, tappeto naturale di marne ed elementi minerali che, insieme alle escursioni termiche, contribuiscono alla crescita di quest’uva, capace di acquistare profumi intensissimi di frutta matura. Il colore giallo paglierino con i riflessi verdolini in giovane età si trasforma con sfumature grigie e dorate come la superficie di un croissant appena sfornato.
I profumi tipici che devono venire in mente quando si menziona l’Arneis DOCG sono quelli della mela golden matura e della pesca gialla con buccia setosa, accompagnati da quelli di fiori bianchi, camomilla, salvia e acacia, mentre in bocca la freschezza immediata cede il testimone alla piacevolezza dei retrogusti di frutta secca.
Questo vino si sposa, in giovane età, con una cucina elegante di piatti a base di pesce magro di lago e di fiume, carni bianche, verdure di tutti i tipi e formaggi molli e di media stagionatura come stracchino, robiola e fontina.