Prosegue la collaborazione fra I Vini del Piemonte e Slow Wine che, a distanza di tre anni dall’ultima edizione, uniranno nuovamente le forze per un tour promozionale in Asia, che vedrà protagoniste 51 aziende vinicole a Tokyo (di cui 13 piemontesi) e 28 a Seoul (di cui 9 piemontesi) nel corso di due eccezionali eventi di degustazione per presentare ai professionisti del settore le eccellenze enologiche italiane, con un focus specifico sul Piemonte.
Primo appuntamento giovedì 10 novembre 2022 a Tokyo (Giappone) nella prestigiosa location del The Strings Omotesandoh: in programma un evento rivolto esclusivamente ai rappresentanti del settore trade, con due Masterclass di approfondimento condotte da Isao Miyajima, Ambasciatore dei Vini del Piemonte in Giappone, considerato uno dei massimi esperti di vini italiani nel Paese del Sol Levante.
Si tratta della sesta edizione dell’evento che ha consacrato la partnership siglata nel 2015 fra I Vini del Piemonte e Slow Wine, che per 5 edizioni consecutive hanno portato in Giappone decine di aziende vinicole da tutta Italia, aiutandole a farsi conoscere e a trovare importatori.
PROGRAMMA
- 11.00-17.30: walk around tasting
- 13.00-14.30: masterclass “Barbera e Nebbiolo – due grandi vitigni piemontesi”
- 15.30-17.00: masterclass “L’Italia attraverso la Guida Slow Wine”
Il secondo appuntamento sarà lunedì 14 novembre 2022 a Seoul (Corea del Sud), dove si terrà un evento che vedrà il coinvolgimento di importatori, distributori, giornalisti, opinion leader, sommelier, agenti, ristoratori e includerà una Masterclass di approfondimento.
PROGRAMMA
- 11.00-12.00: masterclass condotta dalla sommelier Jung A. Sung
- 12.00-17.00: walk around tasting rivolto al trade
Entrambi gli eventi coinvolgeranno sia aziende vinicole in cerca di importatore, sia aziende già presenti in questi mercati, interessate a promuoversi presso enoteche, ristoranti e stampa di settore. La formula sarà quella della walk aroud tasting, dove ogni cantina avrà il proprio spazio e tavolo di lavoro.
IL MERCATO DEL VINO IN GIAPPONE:
- Il Giappone è il sesto importatore di vino al mondo in termini di valore.
- I consumatori nipponici sono decisamente preparati in tema di vino e considerano fondamentale che il vino rappresenti un territorio e le sue tipicità.
- L’accordo di Libero Scambio UE-Giappone ha previsto l’eliminazione della maggioranza dei dazi all’importazione dei prodotti europei in arrivo nel Paese, l’eliminazione e la forte riduzione delle barriere non tariffarie, la protezione dei marchi e l’agevolazione negli investimenti.
- Il Barolo è la seconda denominazione in assoluto più presente tra le referenze dei wine store.
- Secondo l’analisi di Wine Intelligence, il vino rosso è la bevanda più diffusa (la beve il 91% dei consumatori), più di birra (86%) e vino bianco (77%).
- Lo spumante ha guadagnato popolarità di recente, soprattutto tra le donne.
- I consumatori di età inferiore ai 35 anni accettano completamente i tappi a vite, mentre i consumatori più anziani mantengono una forte associazione tra vino tappato e qualità.
- I consumatori giapponesi di vino di età superiore ai 35 anni hanno maggiori probabilità di consumare vino nei ristoranti per affari o per socializzare.
IL MERCATO DEL VINO IN COREA
- La Corea del Sud è la dodicesima economia del mondo (la quarta in Asia) e si conferma come uno dei più dinamici mercati dell’Estremo Oriente e uno fra i più interessanti del mondo per tassi di crescita e apertura ai modelli di consumo occidentali.
- La scorsa decade è stata caratterizzata da una crescita costante dell’import vitivinicolo. Con una crescita annuale dell’11%, il settore ha raggiunto, nel 2020, 330 milioni di dollari americani. Just-Drinks spiega che, nonostante la pandemia, lo scorso anno la Corea ha visto con sorpresa un aumento del 27% sul valore dei vini importati.
- Negli ultimi 5 anni gli acquisti di vino italiano del paese asiatico sono aumentati a valore del 51%. (Nomisma) e l’Italia è attualmente il quarto fornitore di vino della Corea del Sud in termini di valore (Retail In Asia). In una analisi che prendeva in considerazione 160 ristoranti di Seoul, le regioni italiane più riconosciute sono state: Toscana, Piemonte, Veneto e Abruzzo.
- I consumatori di vino Coreani sono soprattutto giovani (20-30 anni), i cui acquisti sono cresciuti del + 130%, concentrandosi su vini bianchi e mezze bottiglie.
- I coreani amano il vino perché per loro rappresenta una bevanda che fa bene alla salute, crescente quindi l’interesse verso il biologico e per i rossi (ricchi di polifenoli)
- La popolazione coreana è sempre più interessata a vini dalle origini più diverse e poco conosciute nel Paese. Varietà meno note, regioni vitivinicole marginali e categorie di nicchia stanno guadagnando sempre più spazio tra i consumatori grazie al lavoro dei piccoli e medi importatori.
- Grazie al EU-South Corea Trade Agreement, la tassazione complessiva dei vini europei importati in Corea ha visto una diminuzione dal 68% al 53%. Questo ha dato all’Italia un grande vantaggio rispetto alle nazioni non FTA come Nuova Zelanda e Sud Africa, ancora soggette alla tassazione del 68%.
- Interesse verso le tipologie aromatiche: nel 2018 tra i 7 vini più importati troviamo un Moscato d’Asti e un Brachetto d’Acqui.
- Anche se mercato ancora di nicchia, grande potenziale di crescita per i fine wines.
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