Blog   |   30/10/2018

Le età geologiche del territorio del Barolo: inquadramento e significato

Breve nota di Alberto Cotti per districarsi nella confusione delle denominazioni del tempo geologico.

Sempre più spesso all’appassionato di vini capita di imbattersi nei termini un po’ astrusi e a volte sconosciuti di Langhiano, Serravalliano, Tortoniano e Messiniano. Questi termini si leggono quando si affrontano letture relative ai suoli e ai substrati rocciosi che interessano l’area disciplinare del Barolo e, più in generale, all’area conosciuta come Langhe. In queste occasioni la lettura non solo si fa difficile in quei termini ma anche nelle righe che li accompagnano quando si passa a parlare di Argille, Marne, Gessi ed Arenarie. Non di rado gli articoli che trattano il Terroir finiscono in queste regioni un po’ incomprensibili, e spesso vengono lasciati ampi spazi di incomprensione.

Tralasciando per un altro approfondimento la trattazione del significato di Argilla, Marna e Arenaria, vediamo qui come inquadrare le età geologiche che interessano il territorio del disciplinare del Barolo, cercando di entrare in un dettaglio che possa fare chiarezza e mettere in ordine le idee.

Innanzitutto quando troviamo i termini Langhiano, Serravalliano, Tortoniano e Messiniano siamo davanti ad alcuni nomi convenzionali che i geologi hanno attribuito ad alcuni momenti ben precisi della storia della Terra.

L’età della Terra, allo stato attuale delle conoscenze, viene considerata di 4,6 miliardi di anni (Bibliografia punto 1); questo lungo periodo è stato convenzionalmente suddiviso in intervalli di tempo variabili e questi intervalli sono stati organizzati in una tabella che prende il nome di Scala Cronostratigrafica Internazionale, conosciuta anche più comunemente come Scala dei Tempi Geologici. Come si può osservare in fig. 1, la scala è estremamente dettagliata, e gli intervalli di tempo che interessano questo articolo sono relativi al Miocene che si trova nella parte in alto a sinistra della tabella, vale a dire in una porzione vicina al periodo attuale, il Periodo Quaternario.

Da questo possiamo facilmente capire come i terreni, o substrati geologici, che caratterizzano il territorio nel disciplinare del Barolo sono di età relativamente molto recente, trattandosi di terreni che vanno dai 16 Milioni di anni ai 5 Milioni di anni. Per fare una proporzione di facile intuizione, se considerassimo l’età della Terra di 100 anni, saremmo di fronte a terreni compresi negli ultimi 5 mesi di vita del nostro pianeta. Alla scala dei tempi umani invece, considerando che i primi Homo Sapiens comparvero sulla terra circa 200.000 anni fa (Bibliografia punto 2), si tratta di Età davvero remote e lontane nel tempo, trattandosi di sedimenti relativi a Milioni di anni prima.

Come sono state stabilite queste suddivisioni? Concettualmente ogni suddivisione raggruppa una fase della storia della Terra individuata mediante criteri stratigrafici o paleontologici (cioè grazie all’individuazione di stratificazioni nettamente distintive o grazie alla presenza di determinati organismi che si trovano in quell’intervallo di tempo e spesso estinti o quasi al di fuori di quell’intervallo temporale), oppure mediante sistemi di calcolo assoluto, per cui si cerca di determinare il tempo trascorso in anni (o milioni di anni) con metodi quali la misurazione del decadimento di nuclei radioattivi contenuti in minerali o fossili, conteggio delle varve (ripetizione ritmica di sedimenti stagionali) o conteggio degli anelli nel tronco degli alberi (Bibliografia punto 3).

In conclusione, dunque, possiamo dire che si tratta di termini geologico-stratigrafici che vengono utilizzati per indicare un certo tipo di terreno (inteso come substrato roccioso), facenti riferimento non alle caratteristiche delle rocce di quel terreno, ma al tempo durante il quale quelle rocce si stavano ancora sedimentando; nel caso in questione si sedimentavano nelle acque di un mare. In estrema sintesi, ci si riferisce alle Età durante le quali in quest’area vi era una depressione occupata da un mare che in letteratura prende il nome di Bacino Terziario Ligure-Piemontese, porzione estrema e diretta prosecuzione del vasto Golfo Padano (Bibliografia punto 4), quel mare che occupava a grandi linee la porzione di territorio dove si trova la Pianura Padana oggi.

Alberto Cotti

Bibliografia

1. Terra, Enciclopedia Treccani on-line

2. Ominidi, Enciclopedia Treccani on-line

3. Geocronologia, Vocabolario Treccani on-line

4. Note illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100000, foglio 81

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