Ogni produttore, con vigne in esposizioni e altezze differenti, attraverso le sue scelte racconta, in vetro, la propria interpretazione del millesimo
È nota la difficoltà di raccontare un’annata partendo dalla sola analisi dei dati climatici quali precipitazioni o media delle temperature stagionali. Ogni produttore, con vigne in esposizioni e altezze differenti, attraverso le sue scelte racconta, in vetro, la propria interpretazione del millesimo. Con l’assaggio di molti campioni, e il confronto tra essi, si possono delineare una o più caratteristiche che firmano e rendono così riconoscibile l’annata. Nelle Langhe, l’annata 2018 sarà ricordata per un mix di fattori: grande quantità di uve (maggiore di circa il 20% rispetto al 2017) e di grande qualità, in cui non sono mancate le difficoltà in campagna in difesa delle stesse. L’inverno è stato mite ma ricco di precipitazioni e con temperature fredde registrate per tutto il mese di marzo. La quantità di pioggia è stata una vera e propria manna dal cielo, le riserve idriche compromesse dall’anno precedente si sono rimesse in sesto. La primavera, segnata dall’assenza di gelate, è stata caratterizzata anch’essa da abbondanti piogge, lasciando presagire da subito che il raccolto sarebbe stato abbondante. Il germogliamento, più tardivo rispetto alle annate precedenti, è stato uno dei segnali a conferma del fatto che si era al cospetto di un’annata cosiddetta “classica”.
L’anticipo poi in luglio dell’invaiatura ha dimostrato il recupero totale dal punto di vista fenologico. La raccolta dei Nebbioli è avvenuta all’inizio del mese di ottobre e si è protratta sino alla fine del mese. Acidità ideali che aiutano all’ottenimento di vini di grande frutto e armonia, con un ottimo potenziale di invecchiamento.
Di contro, l’annata 2017 è stata caratterizzata da un andamento climatico caldo e asciutto ma non priva di gelate in aprile. Poche le nevicate e le precipitazioni piovose, condizioni che hanno favorito uno sviluppo vegetativo precoce. Le belle escursioni termiche in estate hanno infatti anticipato le piogge – tanto desiderate – di fine agosto e settembre. Le bacche con un ciclo vegetativo medio-lungo (Nebbiolo e Barbera) si contraddistinguono per i valori di antociani e tannini rispetto ad altre annate calde. La maturazione è stata completa e con valori alcolici nella norma. Le rese, nettamente inferiori rispetto alla media, hanno dato vita a vini concentrati o con meno picchi di acidità. Si tratta di un’annata precoce, come detto, in cui la vigna e le scelte dell’uomo hanno fatto certamente la differenza; a conferma di quanto detto la vendemmia dei Nebbioli si è conclusa già all’inizio di ottobre.
Nonostante tutto l’uva Nebbiolo con queste due annate ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di adattarsi al cambiamento climatico.