A Zurigo per il secondo anno, la tappa di “Barolo & Friends Event” dell’11 giugno ha avuto un protagonista d’eccezione, il noto giornalista Christian Eder, esperto di vini e collaboratore di punta della prestigiosa rivista “Vinum”, la più importante e la più seguita dagli appassionati winelovers svizzeri. Christian ha condotto due seminari tematici sui vini […]
A Zurigo per il secondo anno, la tappa di “Barolo & Friends Event” dell’11 giugno ha avuto un protagonista d’eccezione, il noto giornalista Christian Eder, esperto di vini e collaboratore di punta della prestigiosa rivista “Vinum”, la più importante e la più seguita dagli appassionati winelovers svizzeri.
Christian ha condotto due seminari tematici sui vini piemontesi: il primo, seguito da 80 persone, è stato dedicato ai vini della “Strada del Barolo” e della “Strada Reale dei vini torinesi”. Il secondo, con oltre 60 partecipanti, ha invece fornito un’interessante panoramica sui vini bianchi del Piemonte: Gavi DOCG, Alta Langa DOCG e Moscato d’Asti DOCG.
Al termine dei due seminari-degustazione abbiamo incontrato Christian Eder, che ha così commentato: «Il pubblico presente oggi ha dimostrato un grande interesse per i vini rossi, confermando una tradizione consolidata, che conoscevamo bene, ma ha accolto con altrettanta attenzione il percorso attraverso i bianchi. E direi che la selezione presentata, che spaziava dai bianchi secchi a quelli dolci, ha decisamente convinto i partecipanti».
Come viene percepito il Piemonte qui in Svizzera?
«C’è un rapporto ben consolidato: gli svizzeri amano il Piemonte proprio perché lo conoscono, lo frequentano, ci vanno in vacanza. La vicinanza geografica ha il suo peso, ovviamente, ma è il fascino del suo territorio a spingere tanti miei connazionali a visitarlo in profondità, apprezzando il cibo e il vino del luogo: due aspetti che incontrano proprio il nostro gusto».
Mentre parecchi paesi europei fanno i conti con la crisi, per quanto riguarda il vino sembra che il mercato elvetico continui ad andare bene. Lo conferma?
«Sì, qui in Svizzera c’è molta attenzione per la qualità, e i vini italiani “importanti”, come Barolo, Barbaresco, Brunello, continuano a essere acquistati e consumati senza registrare flessioni. Passano invece un periodo difficile i vini di livello medio o medio-basso, “da supermercato”. A riprova di questa ricerca della qualità, basti pensare che il prezzo medio delle bottiglie vendute in Svizzera è del 30% superiore rispetto alla Germania».
Infine, due parole sull’evento di oggi…
«Direi che il livello dei produttori presenti qui alla Kongresshaus è decisamente elevato, e su questo ho registrato l’opinione concorde di altri colleghi giornalisti. Buona anche l’affluenza, così come il gradimento del pubblico».